Nel Settecento le botteghe burgitane erano in un periodo di grande splendore, in grado di far fronte alle numerose richieste provenienti da tutta la provincia. I ceramisti avevano rinnovato i loro repertori privilegiando una ricca decorazione a foglie verdi con grosse campanule, o melograni che avvolgono completamente la superficie dei vasi. Al centro nei medaglioni campeggiano figure di santi o ritratti che spesso vengono sostituiti da goffi angeli, probabilmente cari al pennello di Nicolò Lo Cascio, che utilizzava ottimi smalti e colori brillanti.
Nella seconda metà del secolo la produzione si semplificò utilizzando o una decorazione a spugnato influenzata dalla produzione pavimentale coeva di ispirazione palermitana, o rarefatti paesaggi dove figurano esili alberi.
La ricca produzione plastica entrò in competizione con quella calatina, basti ricordare il lavabo da sacrestia con grandi applicazioni plastiche raffiguranti un’aquila, un mascherone e grandi foglie nella Chiesa di Santa Lucia di Bisacquino.
Rimangono numerose testimonianze della ricchissima produzione pavimentale settecentesca burgitana, caratterizzata da decori a grandi disegni, modulari e ripetitivi che si sviluppano su quattro, otto o sedici mattoni con riferimento a quella coeva palermitana di Nicola Sarzana Un esempio integro è il pavimento con un decoro ad intreccio di cornici mistilinee spugnate in verde ramina con fiori, uccelli e conchiglie, presente nel bellissimo Oratorio di Santa Maria del Soccorso di Corleone.
Un’interessante testimonianza è un mattone settecentesco con un motivo vegetale e una conchiglia che riporta la firma di Nicolaus Colletto, probabilmente un discendente di Antonio Colletto.
Nella seconda metà del Settecento la diffusione di “riggiole” napoletane richieste dalla committenza laica ed ecclesiastica influenzò le fabbriche siciliane, tra cui quelle di Burgio, che verso la fine del secolo si adeguarono al nuovo gusto proponendo decori ad imitazione di quelli napoletani, come la stella dei venti in bianco e nero, alternata ad una cornice gialla quadrilobata con ampie foglie verdi, che si ritrovano presso il Santuario di Rifesi.